Il libro è al tempo stesso una introduzione al pensiero di Levinas e un lavoro teoreticamente interessato ai problemi da lui affrontati. La riflessione di Levinas parte dal pensiero di Husserl e Heidegger, dalla Bibbia, dal Talmud e dalla letteratura russa, mettendo in discussione le categorie principali del pensiero occidentale, quelle di coscienza tematizzante, di identità, di soggetto. L’A. ritiene che lo spostamento del discorso filosofico alla dimensione dell’alterità sia il contributo fondamentale di Lévinas. L’alterità di ciascuno non si esaurisce nell’alterità relativa, stabilita nel riferimento a un secondo termine; essa è anche assoluta alterità, alterità per sé, determinata nel corpo proprio di ciascuno e ha nel linguaggio, come significanza del dire, come contatto e presenza, come rapporto di pace antecedente ogni pacificazione, l’espressione della propria inerenza alla comunicazione in quanto prossimità. L’A. dirige l’Istituto di Filosofia e Scienza del Linguaggio nell’Università di Bari.