In un momento in cui, nel Mediterraneo, le violenze si susseguono a ritmo sfrenato sullo sfondo di un’ingiusta globalizzazione dell’economia e di una transnazionalizzazione delle comunicazioni priva di regole, interrogarsi sulle modalità, i limiti, le contraddizioni di forme vecchie e nuove di comunicazione tra i paesi e gli abitanti del Mediterraneo ha un duplice scopo.
Da un lato, tutti i contributi, e alcuni in modo specifico, mettono in luce le disfunzioni e i numerosi sbandamenti che, negli ambiti della cultura e della comunicazione, stanno conducendo verso modalità di rapporto a senso unico, sotto il segno dominante di un sistema unipolare che sembra trovare nell’organizzazione del messaggio televisivo uno strumento particolarmente efficace.
Dall’altro, questo volume aiuta a non perder di vista la varietà molteplice e condivisa che ha sempre caratterizzato e caratterizza la vita culturale mediterranea, nelle forme di espressione più diverse: dal racconto popolare al cinema, al teatro, alla musica. Anche l’origine e diffusione della scrittura si presenta come un processo con molti più protagonisti di quanto solitamente si pensi. Tutto ciò costituisce un patrimonio ricchissimo, nel quale ragione e immaginario si armonizzano, al quale uomini e donne mediterranei possono attingere per pensare e reinventare il proprio mondo. Anche con l’ausilio - si suggerisce - delle potenzialità che la televisione digitale rende disponibili.
I testi sono risultato del lavoro coordinato di sette autori, quattro della riva nord e tre della riva sud, alcuni studiosi e specialisti universitari, altri più legati alle pratiche delle varie arti e mezzi di comunicazione.