A pochi anni dalla conquista araba della Spagna, dalle Asturiepiccolo e aspro territorio risparmiato dall’invasione parte un moto di rinascita spirituale che preparerà la Reconquista dell’XI secolo. La rivendicazione del primato religioso rispetto alla sede mozaraba toledana e la contemporanea scoperta a Compostela, in Galizia, della tomba di san Giacomo, l’apostolo evangelizzatore di Spagna, si uniscono alle istanze di riscatto politico e fanno di questo regno un formidabile crogiolo di elaborazione culturale. Di tutto ciò Beato di Liébana monaco vissuto nella seconda metà dell’VIII secolo è testimone attento. Il senso profondo di un riscatto comune e di una suprema giustizia; la forza dell’identità cristiana di una nazione trovano nelle illustrazioni di accompagnamento al suo Commento all’Apocalisse di san Giovanni un punto altissimo di espressione e fusione, e ne assicurano la solida fortuna per oltre quattro secoli. Il grande codice del Commentario all’Apocalisse di Beato (accompagnato dal Commento a Daniele di san Gerolamo), presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, si presenta attraverso un’ampia scelta di pagine miniate; realizzato nel 1047 a León per i sovrani del regno, Ferdinando I e la moglie Sancha, fu destinato alla cappella palatina della capitale, la basilica di San Isidoro.