Se per comprendere una rappresentazione antica o rinascimentale è indispensabile essere informati di mitologia; se per capire un affresco medievale o una tela di qualsiasi soggetto sacro occidentale è necessario conoscere l’agiografia e la Sacra Scrittura; per poter penetrare a fondo un’icona di tradizione bizantina è necessario non solo conoscere la Sacra Scrittura e l’agiografia, ma anche la teologia, i commenti dei Padri, l’omiletica, l’innografia e la liturgia. Questo non perché i bizantini fossero dei teologi nati, ma semplicemente perché l’iconografia non era frutto dell’estro del pittore. L’icona, infatti, non è da considerare un’opera d’arte prodotta per puro gusto estetico, ma un elaborato artistico a servizio della fede: una catechesi «viva», si potrebbe dire. Il suo messaggio, i suoi simboli, le sue allusioni dovevano essere compresi da sapienti ed illetterati di qualsivoglia angolo dell’orbe bizantino. Questo libro, quindi, non riguarda direttamente la storia dell’arte, ma l’esegesi dell’iconografia delle dodici grandi feste bizantine, ricerca cioè i fondamenti della tipologia iconografica di una festa. Le riproduzioni che accompagnano il testo, provenienti da differenti ambiti e di varie epoche, sono state scelte per dimostrare come la loro struttura sia «rigida» per assicurare la comprensione del loro messaggio a qualsiasi latitudine ci si trovasse.