Figura di primo piano del medioevo europeo, Stefano Harding, nato in Inghilterra dopo la metà del secolo XI, nel 1098 fu fra i fondatori del monastero di Citeaux, di cui fu anche abate, dopo Roberto di Molesmes e Alberico, dal 1108 al 1133, anno precedente la sua morte. Fu uno dei principali artefici del successo cisterciense del XII secolo portò a compimneto la revisione della traduzione latina della Vulgata; si dedicò alla ricerca delle forme più autentiche del canto gregoriano e degli inni ambrosiani; realizzò le prime grandi fondazioni cisterciensi (La Ferté, Pontigny, Clairvaux, Morimond); curò la redazione delle prime costituzioni dell’Ordine. Abate saggio e amato guidò con equilibrio i Cisterciensi nei momenti di prosperità e nelle difficili crisi interne e nei complessi rapporti con la Chiesa e la feudalità del tempo. Il volume raccoglie, per la prima volta e con accurata documentazione, i suoi dati biografici fondamentali, i testi che gli possono essere attribuiti e quelli che nel corso dei secoli gli sono stati erroneamente ascritti. L’autore è docente di storia della spiritualità medievale e di teologia spirituale presso la Facoltà teologica interregionale di Milano, docente di introduzione alla teologia preso la Università cattolica di Milano.