Non esiste, afferma Norman Birnbaum, «un modello predefinito di democrazia»; ciascuna delle varianti democratiche oggi esistenti è legata a differenti percorsi storici e contesti socioculturali e, perciò, non è suscettibile di essere esportata né tanto meno imposta con la forza. Eppure gli autori di questo libro mostrano quanto determinante sia nella cultura politica americana la pretesa universalistica del proprio modello democratico, quanto profonde siano le radici storiche della dottrina del manifest destiny della nazione americana che si trova investita dalla sua stessa classe dirigente di una missione civilizzatrice su scala globale.
Presentiamo qui al pubblico italiano una recente raccolta di interventi di studiosi francesi e americani - sociologi, politologi, economisti, giuristi - tutta incentrata sul tema della democrazia degli Stati Uniti e su tale pretesa universalistica. Pur nella diversità del taglio tematico di questi interventi e in certa misura delle opinioni che emergono nei vari contributi del libro, gli autori sono animati dal desiderio di spiegare e contestualizzare l’attuale fase di aggressività unilaterale della politica statunitense, rintracciando la dimensione originaria dell’eccezionalismo americano - il «peso delle origini» della matrice culturale del puritanesimo e il fardello di una costituzione percepita come sacrale e strutturata per essere immodificabile - e seguendo vari percorsi storici della politica degli Stati Uniti sino al nuovo protagonismo globale incarnato dalla potenza americana a seguito degli avvenimenti dell’11 settembre.