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Questo volume tratta di una problematica molto viva nella cultura e nella società di oggi. Come è stato scritto da più parti, la modernità è contrassegnata da una tensione, alcune volte sotterranea, altre volte palese e violenta, tra razionalismo e irrazionalità. Il testo riguarda ampiamente il relativismo, ma non trascura di risalire alle ascendenze illuministiche e ai filoni di pensiero che sono loro connessi: è, dunque, una panoramica sul liberalismo e la democrazia, sulle concezioni della tolleranza, della politica e della religione, ma anche sulle reviviscenze felpate di una avversione alle domande e alle esigenze poste a partire dall’esperienza religiosa e perciò anche dalla Chiesa. Un certo rilievo è dato al sostegno che il relativismo offre al laicismo anche nella sua versione italiana, senza dimenticare la differenza e la distanza tra laicismo e laicità. La riflessione è unificata da una posizione di fondo che piace esprimere con le parole di Benedetto XVI: «Di fronte all’attuale crisi della ragione l’essenziale natura ragionevole della fede deve tornare a risplendere con chiarezza», perché «la fede non cresce a partire dal rifiuto della razionalità ma dalla sua affermazione e dalla sua inserzione in una ragionevolezza più grande». |