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Il trattato costituzionale europeo che i referendum in Francia e in Olanda hanno bocciato e che gli Italiani non hanno, "ancora", potuto votare viene criticato da Walter Oswalt per essere un grave passo indietro rispetto ai princìpi e alle pratiche della stessa democrazia liberale. Una pericolosa stranezza istituzionale che al posto della separazione dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario ne vede la più pericolosa fusione. Un duplice potere esecutivo (Consiglio dei Ministri e Commissione) possiede e allarga il suo potere legislativo e si sostituisce a prerogative del giudiziario. La partecipazione decisionale delle realtà nazionali e locali viene limitata sino alla cancellazione. I reali soggetti che il trattato difende ancora una volta sono i "nobili" potentati economici, come la maggioranza dei trattati europei ha fatto; ma ora si vorrebbe blindare tale potere, non limitandolo a sia pur vastissimi "negotia", ma ponendolo al governo dell’Europa in un abbraccio tra l’oligarchia economica e la nuova oligarchia burocratica. Certo stiamo vedendo un’Europa dell’ingiustizia, dei non diritti per i cittadini e in specie per i più poveri che vi abitano, e ci appare anche un’Europa che potrebbe essere sempre più aggressiva all’esterno. Ma, ripetiamo, il discorso di Oswalt è fatto in nome della democrazia liberale; il suo discorso non critica i limiti liberal-democratici, ma svela un imbroglio: il voler far nascere definitivamente l’Europa dei potentati economici e dei loro burocrati politici. |