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Testi di:J.-R. Armogathe, Adalbert Rebic, Patrizio Rota Scalabrini, Giorgio Fedalto, Maria A. Crippa, Lubomir Zak, Anna Maria Cànopi, Mauro Gagliardi e Vittorio Strada. |
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Quando Gesù dice ai suoi discepoli che doveva soffrire molto, venire ucciso e risuscitare il terzo giorno, Pietro protesta e gli altri addirittura non lo comprendono. In tale contesto si colloca l'episodio misterioso della trasfigurazione; Matteo dice che «Gesù prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». Luca la spiega con queste parole: «Tu ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre». La trasfigurazione è un anticipo della venuta gloriosa di Cristo «il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso». Ma ricorda anche che «è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio». Con questo evento Gesù dà ai discepoli la certezza della sua divinità, anticipando la gloria della risurrezione. Si tratta di uno dei misteri della vita di Cristo ed è in relazione con quello della passione. Alla soglia della vita pubblica: il battesimo; alla soglia della Pasqua: la trasfigurazione; essa, dunque, fa parte del mistero della salvezza. Come dice il vescovo Atanasio, si verificò «perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri». Il quaderno di Communio aiuta a comprendere questo enigmatico ma centrale passaggio della storia di Cristo, parte essenziale della fede cristiana. La festa della trasfigurazione di Gesù è stata celebrata sia in Occidente, sia in Oriente da tempi immemorabili; papa Callisto III la elevò a festa della Chiesa universale nel 1456. |