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  Musei alla frontiera  
     
     
Author: Maggi Maurizio 

Subtitle: Continuità, divergenza, evoluzione nei territori della cultura

Price: Euro 18,00

Subject: Società - Attualità

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Un quadro originale in cui il museo assume un ruolo fondamentale nello sviluppo della complessità culturale e delle singole identità sociali
La globalizzazione non è un fenomeno recente. Perché non ha ancora eliminato la diversità culturale? La storia mescola da secoli le nostre civiltà. Tuttavia, il panorama culturale del pianeta mostra un livello di diversità complessiva elevato e sostanzialmente costante nel lungo periodo. Questo può derivare da differenti motivi: siamo più sensibili alla diversità proprio perché scarseggia o perché abbiamo migliorato la nostra capacità recettiva; oppure ancora (e questo non esclude la precedente spiegazione) ordine e disordine culturale si creano insieme. Se fosse così, non dovremmo solo difendere una diversità creatasi, chissà come, in passato, ma preoccuparci di assicurare le migliori condizioni per la sua riproduzione oggi. Quali sono queste condizioni? Due filoni di pensiero sono alla base del ragionamento: quello della complessità e quello evolutivo. Il primo ci dice che l’emergere di sistemi complessi, in questo caso aggregazioni discrete, coerenti, che rompono il continuum del disordine culturale rendendosi riconoscibili, è possibile in condizioni lontane dall’equilibrio, al cosiddetto «margine del caos» (la frontiera cui allude il titolo). Sfortunatamente le politiche culturali contemporanee, soprattutto quelle dei musei, non rispettano queste condizioni e, se analizzate da vicino, mostrano una tendenza verso l’equilibrio: una bella parola nel linguaggio quotidiano, ma un concetto pessimo per l’evoluzione della vita, anche di quella culturale. Il secondo ci dice che l’evoluzione è una partita complessa, che si gioca su più livelli: individuale, di specie e di ambiente collettivo. Solo quando si realizzano determinati cambiamenti, coerenti fra loro a ogni livello, si ha evoluzione vera, ossia duratura. Sfortunatamente, le politiche che pretenderebbero di far evolvere i musei si limitano il più delle volte a modificarli su un piano definibile, in analogia con la biologia, somatico e lamarckiano ma non genetico. Incentivi e disincentivi, regole e standard, possono produrre mutamenti anche visibili, ma effimeri: come quelli di un atleta i cui muscoli si sono formati in palestra, non dureranno nelle generazioni successive. La conclusione è che nuove e più efficaci politiche museali dovrebbero essere più indirette, operare «lungo la frontiera» e occuparsi di modificare l’ambiente in cui si muovono le creature culturali, più che di modificare direttamente le creature stesse. È un cambiamento profondo e coraggioso, necessario per dare un futuro alla straordinaria bellezza che osserviamo nel mondo.


Year of publication: Novembre 2009

Pages: 160

Series: Di fronte e attraverso

Subseries: Museo e Beni Culturali

Availability: Disponibile

ISBN (13 numbers): 978-88-16-40912-5