Nella Primavera del 1896, dopo cinque anni di esilio misterioso il brigante Tiburzi riappare improvvisamente in Maremma, terra che lo aveva visto monarca assoluto per un quarto di secolo. La realtà è mutata. Ormai lo stato sabaudo controlla saldamente quei territori, un tempo selvaggi e insicuri. Alla notizia del suo ritorno, le autorità di polizia inviano a Grosseto Michele Giacheri, capitano dei Carabinieri che si è distinto in Calabria nella repressione del banditismo. Questi scopre la rete di connivenze e complicità sui cui si era basato il dominio di Tiburzi. I grandi latifondisti della zona avevano foraggiato il brigante per mantenere un ordine che il giovane Stato non riusciva a garantire. Una duplice caccia all’uomo viene separatamente organizzata dalle forze dell’ordine e dai proprietari terrieri, temendo questi ultimi che cada vivo nelle mani della giustizia. Fu ucciso in oscure circostanze all’alba del 24 ottobre 1896 nei pressi di Capalbio. Nel v. sono riprodotte la sceneggiatura letteraria su cui Benvenuti (n.1946) si è basato per girare il film e la sceneggiatura tratta dal film, che nel 96 è stato premiato a Locarno.