Questa meditazione sulla passione di Cristo è uno dei vertici della letteratura spirituale e fu pubblicata per la prima volta in francese nel Dialogue de l’histoire et de l’âme charnelle (Dialogo della storia con l’anima carnale). Charles Péguy non rinuncia a lanciare decise bordate contro gli stereotipi e gli schemi teologici del suo tempo. Senza cedimenti al pietismo o a un certo dolorismo di inizio secolo, la sua meditazione sugli ultimi momenti della vita terrena di Gesù prende le mosse da alcune considerazioni sulla depressione e sulla nevrastenia che risultano di singolare attualità. Con grande naturalezza, Péguy stabilisce un sottile legame tra questa sofferenza del vivere contemporaneo e l’angoscia di Gesù nel Getsemani, nel momento in cui fu afferrato dai tormenti di una morte annunciata. Il mistero dell’incarnazione assume così tutto il suo spessore e la sua densità: Dio stesso attraverso l’umanità di Gesù ha conosciuto la paura, dinnanzi alla propria finitezza, in Lui Dio si è fatto uomo fino alla più tragica conseguenza.