Scheda Libro |
MONTAGNA SACRA a cura di Julien Ries Contributi di: Henry de Lumley; Jean Daniel Forest; Christian Cannuyer; Katia Buffetrille; Christine Kontler; Gianroberto Scarcia; Aldo Ferrari; André Motte; Gérard-Henry Baudry; Gaetano Passarelli; Gioia Lanzi, Fernando Lanzi; Davide Domenici; Adine Gavazzi |
Formato: 24×32,5 cm Volume rilegato con sovracoperta Pagine: 256, con 230 illustrazioni a colori |
Disponibile Prezzo: 80,00 Euro |
ISBN: 978-88-16-60413-1 |
È difficile trovare una civiltà che non veneri una o più montagne sacre o che non ne abbia edificati dei simulacri. Raimon Pannikar arriva a dire “quale montagna non è sacra?”. Certamente tra i simboli cosmogonici, quelli cioè che mettono un popolo in relazione con le sue origini, il più diffuso nelle diverse culture è la montagna. Anzitutto si tratta di montagne in quanto tali, le cinque montagne della Cina taoista, le quattro del territorio Navajo nel Sud Est degli Stati Uniti. Le montagne possono essere sedi della divinità o di esseri soprannaturali o essere l’Axis mundi che unisce il cielo alla terra, la natura alla sovranatura, il luogo di pellegrinaggio e di costruzione di eremi, ma montagne sono anche le costruzioni dell’uomo, basta pensare alle piramidi che varie civiltà hanno costruito. Nelle Americhe le piramidi hanno alla base una grotta o una fonte, l’asse del monte unisce cielo, terra e mondo dei morti. La montagna è, infine, un simbolo che possiamo ritrovare in pitture, come in oggetti di vario uso quotidiano o rituale che la rappresentano. I Monti Sacri possono essere geograficamente identificabili come il Kailasa in Tibet o immaginari come il Meru per gli Indiani. Questo volume riporta immagini delle grandi e piccole montagne sacre dell’umanità, così come le montagne sacre costruite e le montagne sacre nell’arte. Dopo un’introduzione dell’antropologo delle religioni, Julien Ries, studiosi di diversi paesi presentano, per culture differenti, il senso ed il posto che in esse hanno le montagne sacre. Un simbolo può essere universale, ma ci sfugge se non lo si coglie nel vissuto, nell’esperienza di una singola cultura che lo vive con proprie tradizioni, credenze e ritualità. Questo è il paradosso del simbolo, la sua universalità e la sua attingibilità sono dentro il vissuto culturale di un popolo o una civiltà, e così è per la montagna. |
Julien Ries (1920), ha conseguito il dottorato in Teologia e la licenza in Filologia e Storia Orientale all’Université Catholique de Louvain-La-Neuve (Belgio), dove ha iniziato a insegnare nel 1960, occupando dal 1968 al 1990 la cattedra di Storia delle Religioni e fondandovi il Centre d’Histoire des Religions, di cui è tuttora presidente. Ha creato e dirige quattro collane di studi: Homo Religiosus, Cerfaux-Lefort, Information et Enseignement, Conférences et Travaux. Autore, editore e co-editore di oltre quaranta libri e raccolte, ha inoltre pubblicato quattrocento articoli relativi a diversi campi della storia delle religioni e dell’orientalistica. Membro del comitato redazionale del Dictionnaire des Religions, dirige il Trattato di Antropologia del Sacro (10 volumi, pubblicati da Jaca Book in coedizione con Massimo, in parte già tradotti in quattro lingue: francese, inglese, spagnolo, ungherese). Tra le sue più recenti pubblicazioni presso Jaca Book segnaliamo Il mito. Il suo messaggio e il suo linguaggio attraverso le civiltà (2005, in collaborazione), Il mito e il suo significato (2005) e Il senso del sacro nelle culture e nelle religioni (2006). Henry de Lumley (Istituto di Paleontologia Umana, Principato di Monaco); Jean Daniel Forest (CNRS); Christian Cannuyer (Università Cattolica di Lille); Katia Buffetrille (École Pratique des Hautes Études, Parigi); Christine Kontler (Université François Rabelais, Tour); Gianroberto Scarcia (Università di Venezia); Aldo Ferrari (Università di Venezia); André Motte (Università di Liegi); Gérard-Henry Baudry (Università Cattolica di Lille); Gaetano Passarelli (Università di Roma Tre); Gioia Lanzi, Fernando Lanzi (Centro Studi per la Cultura Popolare, Bologna); Davide Domenici (Università di Bologna); Adine Gavazzi (Centro Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane, Brescia/Nasca-Perù). |
Indice
L'HOMO RELIGIOSUS E IL SIMBOLO DELLA MONTAGNA SACRA Julien Ries LA MONTAGNA SACRA DEL BEGO Henry de Lumley, Annie Échassoux LA MONTAGNA SACRA, PRIMORDIALE O COSMICA, IN MESOPOTAMIA Jean-Daniel Forest MONTAGNE SACRE, MONTAGNE PRIMORDIALI NELL'EGITTO DEI FARAONI Christian Cannuyer LA MONTAGNA SACRA IN TIBET Katia Buffetrille LA CINA E LE MONTAGNE SOVRANE Christine Kontler MONTAGNE SACRE D'IRAN Gianroberto Scarcia IL MONTE ARARAT Aldo Ferrari MONTAGNE DIVINE DELLA GRECIA ANTICA André Motte EBRAISMO E CRISTIANESIMO Gérard-Henry Baudry LA MONTAGNA SACRA NEL MONDO BIZANTINO Gaetano Passarelli SACRI MONTI: LA SALITA AL CALVARIO NELLA TRADIZIONE CRISTIANA Gioia e Fernando Lanzi LA MONTAGNA SACRA NELLA TRADIZIONE RELIGIOSA MESOAMERICANA Davide Domenici VERSO L'ALTRO. LE MONTAGNE SACRE ANDINE Adine Gavazzi Note Bibliografia Indice dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli |