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L'Arte nel Mondo


Editoriale
Tra ciò che caratterizza l’uomo, assieme al suo essere uomo faber, sociale, comunicatore, ecc., riconosciamo anche l’uomo artista o estetico. Ci conforta lo studio delle origini, la simmetria delle selci bifacciali, l’ocra rossa delle sepolture dell’Homo erectus, l’arte del Paleolitico e del Neolitico. Ha senso perciò cercare di ravvisare l’arte non solo dove siamo più avvezzi, cioè nella lunga strada che porta dalla Grecia alla pop-art, ma in tutte le regioni e stagioni dell’avventura umana.
Proprio perché l’uomo estetico forma un tutt’uno con altri caratteri, per entrare nella peculiarità e varietà dell’espressione artistica di differenti luoghi e periodi ci occorre un ponte, un’introduzione in quel mondo alla cui arte vogliamo introdurci, pur sinteticamente.
Qui ci è di aiuto incontrare l’uomo simbolico: si tratti dell’arte delle caverne paleolitiche o della raffinata corte dei Song in Cina, di un tessuto dell’Africa occidentale o del capitello di un’abbaziale monastica della Borgogna, senza dimenticare l’influenza dell’uomo sociale sull’arte, l’uomo simbolico è necessario all’uomo estetico, che, a sua volta, dà nuova vita ai simboli.
Detto in termini disciplinari, e un po’ troppo occidentali, per accostarci a un mondo artistico che ci è o estraneo o poco conosciuto, dobbiamo essere accompagnati da un pur elementare tratteggio di antropologia religiosa, oltre che da un’immagine delle macro-formazioni sociali, per poter iniziare a “intravvedere” l’arte di quel mondo, e non offuscarla o fraintenderla con criteri di lettura e visione a noi peculiari.
Questa collana di piccoli libri e grandi autori intende essere un primissimo approccio a mondi artistici diversi tra loro. Intende permettere a chi vuole accostarsi, anche a causa di un viaggio, una mostra o per interesse sopraggiunto, all’arte tibetana piuttosto che a quella paleocristiana o persiana, di orizzontarsi e incontrare congiuntamente l’uomo simbolico ed estetico da cui quell’arte è nata.
Se l’opera intende rivolgersi a persone anche giovanissime, lo studioso di una stagione dell’arte europea che non conosce il precolombiano o l’arte indiana potrà però fruire senza delusione di questi libretti, perché scritti da un suo collega, che qui agisce da «uomo ponte» con quei mondi e ne tratteggia una sintesi interpretativa.
 
 
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