“Segnalavo, presentando nel 1991 la sua seconda raccolta Teatro cattolico, il particolare e drammatico “sentimento del tempo” di Marco Guzzi, il senso di rigenerazione in corso e in doloroso travaglio. Ora, in questo libro fin dal titolo felicemente architettonico, mi pare evidente, nella continuità della tematica e dell’ispirazione, un cambiamento: la pronuncia è più ferma, in quanto forse meno perentoria, l’effetto generale è più sinfonico, quando prima era monologante. Avviene, letteralmente avviene, un concorso di forze, gli elementi che un tempo venivano invocati o esaltati, da una voce, ora paiono animarsi e concorrere. Aumentano le immagini, mentre diminuisce, o si mescola, l’argomentare: lo scenario attorno alla voce si anima. La cifra di quarzeo espressionismo permane, come se dopo una navigazione tormentosa all’orizzonte apparisse una terra, e il suo lontano silenzio si caricasse di attesa e speranza come prima di un approdo.”Roberto Mussapi