Commento: |
L'autore di questo libro è lo storico di La civiltà cattolica che si interessa di storia contemporanea e a partire dall'apertura degli archivi della rivista e del Vaticano ha già potuto dare contributi essenziali alla conoscenza dei rapporti tra Santa Sede e nazismo e tra Santa Sede e il periodo italiano della Costituente. Il presente volume, che avrà un prosieguo in un prossimo tomo riguardante gli stessi grandi attori e l’instaurarsi del fascismo, concerne la nascita del Partito Popolare Italiano, con la dialettica che si produsse nel mondo cattolico e gli interessi espressi attorno ad essa. Il PPI, fondato da don Sturzo, si presentò come partito politico a-confessionale di ispirazione cristiana; come è noto, gran parte del mondo cattolico lo accolse con favore ed entusiasmo; vi confluirono infatti le varie anime del cattolicesimo sociale e politico, ma sin dal primo congresso a Bologna nel 1919 si sentì già all’interno del partito la pressione di chi preferiva un’organizzazione politica "francamente confessionale". Il fascismo emerge sullo sfondo, è la minaccia che grava sul futuro. In gioco sono le diverse posizioni dei cattolici riguardo all'impegno politico e sociale. Si prospetta la possibilità che ci si accordi tra una parte dei cattolici contrari al partito popolare e i laici ultra-conservatori per puri interessi reazionari. Il papa, Benedetto XV, sventerà un simile triste matrimonio. Un monito anche per l'oggi. L'esperienza del partito popolare verrà interrotto dal fascismo, paventato da Sturzo e popolari, ma considerato strumentale dai grandi interessi economici. Interessi che saranno pronti a venire a patti con il futuro regime e si mostreranno sordi rispetto a una realtà di ispirazione cristiana impegnata socialmente e politicamente. Un'opera da storico contemporaneista, scritta con una elegante chiarezza e accessibile ad un pubblico di non iniziati. |