La pagina di Patrizia Giovannoni è immediatamente una mappa, i suoi versi svelano un ordito avventuroso ed enigmatico come le trame di un tappeto persiano: in questo senso il titolo esprime pienamente il senso profondo di questo libro visionario e rivelante. Dialogo itinerario: un incessante, fitto dialogo di voci, un teatro drammatico di contrasti e colloqui, che manifesta la realtà del mondo in itinere, nel suo movimento che non è solo da luogo a luogo, ma prima ancora tra cellula e cellula. Dialogo e itinerario sono, qui come in origine, innanzi tutto polifonia congenita dell’essere umano e senso dell’avventura, spinta dinamica, ebbrezza del salpare: compatta e sfrangiata, vitrea e calda, la lingua di Patrizia Giovannoni inscena un dramma di viaggio e sogno che ci svela il dilemma originario della poesia, lo slancio a una rappresentazione, complessa e semplice come un fiore, della realtà del mondo. Perché di mondo qui sempre si parla, l’io è frequentato da apparizioni, mutuato dal paesaggio e dagli spostamenti, forgiato incessantemente dalla cangianza del globo toccato dal cielo e lambito dalle acque: «perché non crebbi nella sostanza della forma/ chiedo lo squarcio della rete/ per liberare di me il seme e la rotta».
Una voce poetica carica di energia, sillabata con lucidità e immersione magmatica nella sua fonte. Un arazzo di voci che assumono volto, un dialogo in movimento tra il visibile e l’invisibile, lì dove il grumo della poesia si fa parola.
(Roberto Mussapi)