Commento: |
In questo volume, l’autorevole storico delle religioni raccoglie l’eredità di Eliade e Dumézil e fonda il grande ambito del sapere che chiamiamo antropologia del sacro o antropologia delle religioni. Il volume è di per sé sufficiente e autonomo per costituire un’introduzione al nuovo ambito. Solo così le religioni vengono colte nel loro fondamento di ponte tra l’uomo e il suo destino. È questo fondamento che pone la base del dialogo e, ancor più, dello scambio e dell’alimentazione reciproca tra le varie culture religiose del passato e del presente. Alla nascita di questo nuovo ambito del sapere partecipano tre fattori di indagine: quello storico, quello fenomenologico e quello ermeneutico, capace di indagare il senso profondo dei simboli, dei miti e dei riti (le tre categorie dell’esperienza religiosa che saranno poi specificamente analizzate nel volume IV dell’Opera Omnia di Ries). Stabilite così le coordinate della sua prospettiva di analisi dei fenomeni religiosi, nella seconda sezione del volume Ries si interroga sui valori e sulle risorse del sacro e studia il ruolo che esso svolge nella vita, nei comportamenti, nelle attività umane, trattando i temi dell’ambiente, della santità, delle reliquie, della preghiera, del sacrificio, degli spazi sacri, dei santuari, dei pellegrinaggi. Il sacro non è un concetto statico, ma dinamico: e il libro si chiude con una indagine sulle sue metamorfosi, sulle sue potenzialità, sui suoi rapporti con la società attuale e con il fenomeno della secolarizzazione. Opera indispensabile per chi si interessa, da laico, al rapporto tra religioni, che non può essere esaurito da una lettura sociologica delle stesse. Opera fondamentale anche per i cristiani, che nell’antropologia religiosa possono guardare alla storia delle religioni con appassionata simpatia perché segno del legame tra il divino e l’umano e della stessa Rivelazione di Cristo |