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L’homo religiosus «ha sperimentato un modo specifico di esistenza espresso da un considerevole numero di forme religiose. Egli crede all’origine sacra della vita e al destino umano come partecipazione a una realtà che supera l’orizzonte terreno. E inoltre desidera situarsi in un centro, che per lui ha valore di spazio sacro». Julien Ries ha inteso, lungo tutto il suo percorso intellettuale, analizzarne il comportamento, i vissuti, l’universo mentale, il radicamento al cosmo e alla storia. Il terzo volume delle sue opere complete, che è il secondo di una trilogia dedicata al tema specifico dell’esperienza del sacro, raccoglie una serie di saggi nei quali lo studioso cerca di mettere in luce l’origine e la crescita dell’homo religiosus. In un percorso che vede intrecciarsi l’analisi storica con la ricostruzione del dibattito intorno agli strumenti concettuali per interpretare la storia prende così forma, pezzo per pezzo, il vasto affresco della vita dell’homo religiosus, in tutte le sue componenti. Il punto di partenza è costituito dal formarsi, nella preistoria, della coscienza religiosa, che è seguita nelle diverse fasi che l’hanno caratterizzata e nel suo rapporto con la facoltà di simbolizzazione e con l’esperienza estetica. Sono quindi indagati i mutamenti cui il senso del sacro è andato incontro negli ultimi tre millenni, con una particolare attenzione rivolta alle vicende del mondo mediterraneo, soprattutto in epoca ellenistica e romana, e al rapporto fra «paganesimo» e cristianesimo, per giungere fino alla crisi e alla riscoperta del sacro nell’epoca contemporanea. L’uomo, scrive Ries sintetizzando la sua analisi, «ha scoperto la trascendenza, il mistero della vita e della sopravvivenza oltre la morte, riferendosi alle origini e al significato del cosmo. Poi, nel corso dei millenni, ha rappresentato il divino, cosa che l’ha portato a pregare, a istituire feste religiose e a costruire santuari. Per finire, l’homo religiosus dei tre monoteismi si è trovato di fronte al Dio unico, creatore del cosmo e della vita. Le ierofanie hanno portato alle teofanie». |