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  A partire da Jacques Derrida  
     
     
Autore/i: AA.VV.  

Contributi di : A cura di: Gianfranco Dalmasso 

Sottotitolo: Scrittura, Decostruzione, Ospitalità, Responsabilità.
Testi di: Stefano Agosti, Luca Berta, Giuseppe Bertagna, Giorgio Bertolotti, Francesca Bonicalzi, Giovanni Bottiroli, Fortunato Maria Cacciatore, Vincenzo Costa, Gianfranco Dalmasso, Carmine Di Martino, Silvano Facioni, Giuseppe Fornari, Enrico Giannetto, Maria Teresa Maiocchi, Jean-Luc Nancy, Silvano Petrosino, Andrea Potestio, Simone Regazzoni, Francesco Vitale

Prezzo: Euro 24,00

Argomento: Filosofia / Philosophy

Commento:

Se fosse possibile azzardare un paragone musicale quando si parla dei tanti contributi critici che – nel corso del tempo – sono stati generati dall’opera di Jacques Derrida, si dovrebbe ricorrere necessariamente al contrappunto, vale a dire al rapporto tra voci che sono indipendenti rispetto al ritmo e interdipendenti rispetto all’armonia.
Il 12 e il 13 dicembre 2006, presso l’Università degli Studi di Bergamo, si è svolto un convegno che ha messo alla prova la verità di tale polifonia e ha sviluppato linee di fuga e passaggi tonali a partire da quattro parole – scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità – che, come note su un pentagramma, scandiscono il percorso filosofico di uno dei maestri più importanti del Novecento.
Consapevoli del fatto che Derrida non amava celebrazioni o monumentalizzazioni, gli studiosi che sono intervenuti (i quali, tra l’altro, appartengono a generazioni diverse), non si sono chiesti soltanto che cosa Derrida può ancora darci, ma hanno cercato di comprendere in che senso tutto ciò che lo concerne si gioca ora, avviene ora, vale a dire nella piena corresponsabilità del suo gesto di lettura.
Non si tratta quindi di domandare a o su Derrida, ma di domandare con lui. Il nome che circola fra le quattro parole derridiane oggetto del convegno può essere espresso, nel linguaggio tradizionale dell’Occidente, con il termine libertà: accoglienza che ospita originariamente la natura dell’io. Questa nozione di libertà costituisce una sorta di divisione non distruttiva, ma rimandante a un’origine altra, tutt’altra, ma insieme costitutiva dell’io.
È dunque nello scarto tra divisione e origine che, come recita il titolo del volume, si può partire da Derrida, vale a dire inventarlo, trovarlo e generarlo nel gesto, libero, di una ferita. Perché la ferita è ciò che sempre si associa all’avvenimento, ciò senza di cui un avvenimento sarebbe impossibile.


Anno di pubblicazione: Novembre 2007

Pagine: 288

Collana: Di fronte e attraverso

Sottocollana: Filosofia

Disponibilità: Disponibile

ISBN (a 13 cifre): 978-88-16-40801-2