Commento: |
La problematica del comparativismo nella storia delle religioni, un ambito che che nel corso del XX secolo ha conosciuto grandi dibattiti Julien Ries ritiene che, dopo avere ricostruito e analizzato i diversi sistemi religiosi nelle loro peculiarità applicando il metodo storico, lo studioso debba fare un passo ulteriore e porsi la questione del significato delle esperienze religiose per gli uomini che le hanno vissute e per l'uomo in generale. La storia, in questo modo, apre la strada all'ermeneutica. L'autore comincia con il mostrare, attraverso una disamina storiografica puntale, come si sia via via imposto il problema della comparazione e come i principali storici delle religioni lo abbiano affrontato. Sulla base delle loro ricerche, l'antropologia religiosa si propone oggi di comprendere e rendere esplicito il messaggio di cui l'homo religiosus è stato portatore nel corso dei millenni e di cogliere i tratti di quel rapporto fra l'uomo e il sacro che si esprime nei fenomeni religiosi. Il caso dei simboli della croce e della luce, studiati nella loro inesausta ricchezza di significati, dimostra in maniera eloquente il modo di procedere dell'ermeneutica di Ries. La comparazione, cioè il confronto di esperienze, di idee, di sistemi religiosi, non è però soltanto uno strumento di analisi scientifica. Essa costituisce anche la condizione per un dialogo fra le varie confessioni religiose. Il volume si conclude con un importante testo sull'inculturazione, tema fondamentale del rapporto tra le religioni. |