Commento: |
La conoscenza storica e l'ermeneutica come presupposti alla convivenza fra le religioni La storia delle religioni non è, per Ries, una disciplina scientifica come le altre, né il suo ruolo si esaurisce in uno studio storico il più possibile accurato e circostanziato. Essa si pone in rapporto costante con la società attuale e, in particolare, fornisce le basi indispensabili per instaurare un dialogo fra le varie idee e credenze religiose. Il discorso storico si apre su quello ermeneutico e il discorso ermeneutico, a sua volta, costituisce il presupposto per porre il problema della convivenza tra le religioni. In alcuni saggi che toccano i punti salienti della questione, Ries traccia una storia dell’incontro fra il
cristianesimo e le altre religioni, dalla predicazione paolina
ai giorni nostri, soffermandosi specialmente sul ruolo svolto dagli umanisti (Nicola Cusano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola), sulle caratteristiche delle missioni cattoliche, sui fermenti innovatori del Concilio Vaticano II. Il tema del dialogo interreligioso lo porta ad analizzare fenomeni contemporanei come i sincretismi e i nuovi movimenti religiosi, il pluralismo delle fedi, l’inculturazione e l’acculturazione. L’idea dell’ermeneutica come attività che consente un arricchimento dell’umanità di tutti i tempi lo induce infine ad affrontare alcune delle questioni più urgenti per l’uomo di fede di oggi: in una serie di articoli scritti nell’intento di instaurare un dialogo con le generazioni più
giovani, Ries tratta così, tra le altre cose, della relazione fra religione e cultura, dei problemi della teologia delle religioni, del tema della tolleranza, dell’annuncio del Vangelo, della rivoluzione del ’68 con la sua eredità. In tutti questi contributi si coglie una profonda relazione di continuità fra ricerca storica e impegno religioso e culturale: una caratteristica costante della sua attività di studioso e di accademico sempre aperto al confronto con la società in cui è vissuto e vive. |