Questo saggio, organizzato in forma di Conferenze (<>Lectures), ci tramanda il pensiero di Newman sulla giustificazione. In una corrispondenza epistolare con lui, il teologo tedesco I. von Döllinger ebbe a considerarlo «una delle maggiori opere teologiche pubblicate nel xix secolo». Newman ricorda che le Conferenze erano «dirette contro quella massima luterana secondo cui la giustificazione per mezzo della sola fede sarebbe stata la dottrina fondamentale del cristianesimo». Tuttavia la vis polemica che emerge dallo scritto è rivolta, in primis, verso quel «protestantesimo popolare» evangelical, per il quale il rinnovamento interiore dell’uomo può avere luogo solo dopo la conversione, indipendentemente dal Battesimo. L’argomentazione newmaniana, serrata e lucida, rivela, in realtà, l’intento fondamentalmente ecumenico dell’opera, con il quale il futuro cardinale si proponeva di colmare un «fossato» teologico, opera dell’uomo, tra la Chiesa anglicana e Roma. In questo Newman, come tanti maestri della teologia cattolica, ha precorso i tempi, rivelandosi pensatore attuale, in ossequio alla Verità immutabile e creativamente fedele alla Tradizione della Chiesa.